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GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

GUARDARE CON IL CUORE LE MISERIE ALTRUI E ANCHE LE NOSTRE

Le miserie altrui

Quando Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario della Misericordia, la mia attenzione si è subito soffermata su due aspetti. Il primo aspetto riguardava la motivazione che aveva spinto il Santo Padre a proclamare questo evento. Attraverso i media, il Papa ci ha consegnato questa definizione:<E’ un’epoca per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore ci ha affidato il giorno di Pasqua, essere segno e strumento della Misericordia del Padre>. Da quando ne abbiamo memoria, da quello che ci raccontano i libri, i nostri nonni e i nostri genitori, ogni epoca è terreno fertile per seminare la misericordia, ma evidentemente l’attuale Pontefice tra le tante cose che il Suo mandato richiede, ha sentito come priorità l’esigenza di andare incontro alle miserie dell’uomo, proclamando un Giubileo Straordinario (segno) con operosità (strumento). La Porta Santa da attraversare per lasciare dietro di noi ciò che è misero non sarà esclusivamente la Porta di San Pietro, ma sarà in tante chiese delle Diocesi del mondo a cominciare da Bangui (uno dei tanti segni). Il secondo aspetto sembrerà ovvio ma riguardava il termine Misericordia che mi è noto da sempre e anche il Suo significato. Ho voluto comunque approfondire di nuovo, ricorrendo anche al vocabolario. Tra le tante definizioni, quella che più mi ha colpito e che mi ha portato a una serie di riflessioni, è stata la seguente : “Guardare con il cuore le miserie altrui e anche le nostre “

La cosa certa è che non dobbiamo limitarci a guardare, la misericordia non consiste solo in un atteggiamento compassionevole, affranto e dispiaciuto, ma richiede concretezza, operosità, per questo si parla di Opere di Misericordia. Al termine, elencheremo le sette opere corporali e le sette opere spirituali. Ognuna di esse richiede approfondimento. Mi permetto di raccontare che una sera, dopo aver visto una trasmissione che parlava proprio del Giubileo Straordinario della Misericordia, ho iniziato a seguire un telegiornale, e in un servizio si vedevano una miriade di uomini, donne e bambini che fuggivano da un conflitto di cui loro non avevano colpa. Oltre che guardare loro con grande pena, in questo caso l’opera di misericordia concretamente consiste nel dare loro da mangiare da bere e da vestire, restituire loro una dignità che hanno perso, dare loro una dignità ex novo perché forse non ne avevano nemmeno nel paese di provenienza. In seno a questo argomento si è sviluppata in me una riflessione. Se è vero che dobbiamo essere misericordiosi, siamo chiamati a esserlo anche verso coloro che sono autori di queste persecuzioni e violenze. In quale misura? Dovremmo pregare affinché si ravvedano e per la conversione del loro cuore. Difficile! Anche nostro Signore l’ ha fatto. “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Difficile, veramente!

Le miserie nostre

Il Giubileo è un’opportunità per rimettere a posto le nostre cadute, le nostre mancanze anche più gravi . Lo strumento essenziale è il Sacramento della Confessione. Papa Francesco, permettendo il trasferimento delle spoglie di Padre Pio e Padre Leopoldo Mandic dalle loro chiese di origine a San Pietro, ha posto l’attenzione su due figure considerate i simboli della confessione. Sia l’uno sia l’altro hanno predicato la loro missione attraverso il Sacramento del perdono. Al primo sono attribuite innumerevoli conversioni e al secondo, “benevolmente” veniva sottolineata addirittura l’eccessiva indulgenza.

Con il Sacramento della Confessione, ci rimettiamo nelle mani misericordiose del Padre. La nostra coscienza avverte, si rende conto e con cuore contrito si affida alla benevolenza dell’Altissimo. Questo dovrebbe accadere, ma i parroci lamentano una scarsa affluenza ai confessionali. Perché le persone non si confessano più? Siamo consapevoli delle nostre cadute, ma non siamo più disposti a chiedere perdono, a perdonare le nostre mancanze.

Con l’evolversi delle conquiste sociali, la legge civile ci consente di non essere sottoposti a giudizio e pena ad esempio in materia di divorzio o nel caso di interruzione volontaria di gravidanza. La giurisdizione ci consegna regole e procedure per cui possiamo porre rimedio senza incorrere a infrazioni. Ma la nostra anima come reagisce? E’ veramente tutto risolto. Molto spesso quando accadono questi episodi le persone, si allontanano dalla Chiesa e inesorabilmente dalla Fede.

Per porre rimedio molte volte ricorriamo alla psicoanalisi, allo psicanalista, confidiamo i nostri lati oscuri, i nostri disturbi. Ci sottoponiamo a lunghi periodi di sedute che prevedono la soluzione attraverso la consapevolezza e la conoscenza di noi stessi. Conoscere se stessi, è comunque un passo avanti. Ma la psicoanalisi pone l’uomo al centro, unico artefice del suo destino. Invece, il percorso di Fede prevede un disegno che si identifica nel Progetto di Dio verso l’uomo. Riconoscendo il Signore come nostro creatore, noi non siamo più al centro, ma siamo in relazione. Non siamo noi che dobbiamo giudicare, non siamo noi che dobbiamo assegnare a noi stessi le penitenze. A noi è richiesto solo (dal momento che la coscienza avverte) di aspirare umilmente al perdono che evidentemente non è figlio della ragione ne della nostra intelligenza, ma germoglio del nostro cuore.

Le opere di misericordia corporale:

  1. Dar da mangiare agli affamati

  2. Dar da bere agli assetati

  3. Vestire gli ignudi

  4. Alloggiare i pellegrini

  5. Visitare i carcerati

  6. Visitare gli infermi

  7. Seppellire i morti

Le opere di misericordia spirituale:

  1. Ammonire chi cade in errore

  2. Insegnare agli ignoranti

  3. Consigliare i dubbiosi

  4. Consolare gli afflitti

  5. Sopportare pazientemente le persone moleste

  6. Perdonare volentieri coloro che ci offendono

  7. Pregare per i vivi e per i mort


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